Silvio Corradi - Genio incompreso Silvio Corradi
 
Silvio Corradi - nuova teoria astronomica Nuova Teoria Astronomica  
Silvio Corradi - il domatore di fiumi Il domatore di fiumi  
Agricoltura - un nuovo metodo di semina Un nuovo metodo
di semina
 
Silvia Corradi - Pioggia Artificiale La pioggia artificiale  
Silvio Corradi e la fisiologia Silvio Corradi e la fisiologia  
Silvio Corradi - le altre invenzioni Le altre invenzioni  
Silvio Corradi - opera libraria Opera libraria  
  Home  
 
 
Il domatore di Fiumi
 
Silvio Corradi nacque a Fontanellato, a meno di 20 chilometri da Parma, l'11 luglio 1890; la sua era una famiglia di agricoltori stimati e da sempre noti per particolare carica di ingegnosità.

Come spesso accadeva all'epoca, nonostante un'intelligenza brillante, non andò oltre la scuola elementare, dedicandosi soprattutto alla campagna. Peraltro, contrariamente a com'era in uso nell'Italia del periodo, nella famiglia Corradi furono le figlie a studiare di più.
Già il 14 luglio 1912, durante il servizio militare, ebbe modo di distinguersi per una valorosa azione durante la guerra italo-turca, per la quale il 23 marzo 1913 ricevette un encomio solenne.

Nell'ottobre 1913, ancora militare, fu a Vicenza, dove si trovò a fare le sue prime osservazioni sul comportamento del fiume Astico in piena, in presenza di abbondanti detriti. Ma l'Italia stava per trovarsi nuovamente in guerra e di lì a poco vi fu un altro episodio significativo per la sua vita. Il 18 settembre 1916 fu colpito,nel Vallone di Doberdò (Gorizia), da una pallottola austriaca che, dopo avergli sfiorato il cuore e aver compiuto un lungo e pericoloso percorso tra organi vitali, tra i quali lo stomaco e il pancreas, si fermò nel fegato. Tra le caratteristiche di Silvio Corradi vi era una non comune consapevolezza del proprio corpo e, nonostante la gravità della ferita, capì che un intervento chirurgico sarebbe stato troppo pericoloso. Chiese così di essere lasciato immobile e di non essere operato e, grazie alla stima di cui godeva, la richiesta fu accolta: non fu operato, la ferita guarì e la pallottola gli rimase nel fegato per tutta la vita, senza ulteriori danni.

  Silvio Corradi - il domatore di fiumi Tornato alla propria attività di agricoltore trascorse tutta la sua vita a Vigatto, località a 11 km da Parma e riprese ad interessarsi all'arginamento e alla regolazione dei corsi d'acqua, una materia di estremo interesse per chi vive nella pianura padana, dove il Po e i suoi affluenti sono un elemento fondamentale della vita di tutti.

Nel 1937 ottenne un brevetto relativo ad un suo metodo per la regolazione automatica dei corsi d'acqua anche se le sue ricerche continuarono ad essere accolte con freddezza dagli enti coinvolti.

Solo nel 1943, nonostante il momento particolarmente difficile del paese, ottenne l'interessamento dell'Ing. Marcello Lelli, direttore dell'Istituto di Idraulica di Genova, che svolse esperimenti in laboratorio, che ebbero esiti positivi, e scrisse un'ampia relazione per il Genio Civile di Parma e per l'ufficio tecnico del Consorzio Idraulico per la Difesa del Torrente Parma, proponendo di intervenire su un tratto del corso d'acqua con il "Sistema Corradi".

La formazione agricola ed un'innata curiosità per tutto ciò che lo circondava indussero Silvio Corradi ad affrontare anche il problema della siccità e ad ideare un metodo per far piovere artificialmente. Eravamo nel 1944 ed era difficile interessare le autorità a queste tematiche e perciò Silvio Corradi si rivolse anche agli uffici delle forze d'accupazione americane.
 
Per lui tutto rimase lettera morta ma nel novembre 1946 giunse notizia che Vincent J. Schaefer negli Stati Uniti aveva depositato un brevetto per la pioggia artificiale secondo lo stesso metodo che, come testimoniò anche l'Ing. Lelli, Silvio Corradi aveva ideato almeno due anni prima.

Negli anni del dopoguerra, nonostante l'amarezza per non aver avuto il giusto riconoscimento del suo sistema per favorire la pioggia, continuò ad insistere perchè fosse sperimentato il suo sistema di inalveamento dei corsi d'acqua per il quale nel 1949 - 1950 ottenne finalmente una certa attenzione ufficiale.

É di quel periodo la nascita del suo interesse per l'astronomia. Quale acuto osservatore di tutto ciò che lo circondava, si domandò quali fossero i moti celesti e seguendo l'istinto che lo ha sempre contraddistinto anzichè cercare le risposte sui testi scientifici decise di studiare il problema osservando direttamente i fenomeni celesti. Dopo studi durati anni elaborò una nuova teoria astronomica. Questa ebbe una certa notorietà che lo portò a contatti con diversi ambienti scientifici che però accolsero la sua teoria con scetticismo. Solo all'estero, secondo un destino comune a molti studiosi e ricercatori italiani, ci fu interesse e fu riconosciuta la genialità di molte delle sue intuizioni.

Per dare dimostrazione dei moti celesti secondo la sua teoria realizzò un planetario in grado di riprodurre tutti i complessi movimenti compiuti dai corpi celesti. Il suo planetario si differenziava da tutti gli altri planetari, costruiti per spiegare la teoria Copernicana, per una caratteristica fondamentale, quella di tener conto contemporaneamente del moto di rotazione e del moto di rivoluzione della terra e del moto della luna.
 
Gli interessi di Silvio Corradi non riguardavano solo il mondo esterno ma riguardavano anche il funzionamento del corpo umano, come si è visto quando fu colpito in guerra e, infatti, approfondendo la fisiologia umana, ed in particolare il rapporto tra combustione e assimilazione cellulare, sviluppò una teoria sulla formazione dei tumori. Il ricercatore parmense non ha inteso proporre alcuna "medicina" contro il cancro ma offrire una chiave di lettura sulle cause che generano i tumori e sul possibile contesto nel quale le neoplasie si sviluppano.
Nella elaborazione della sua teoria sulla respirazione e sull'ossigeno-terapia ebbe fondamentale importanza il contributo dato dalla sorella Anna, laureata in chimica e farmacia, che da scettica oppositrice si trasformò in preziosa collaboratrice e instancabile sostenitrice di tutte le sue invenzioni.
 
Furono proprio le sue teorie sull'inalveamento dei fiumi ad essere più esaminate, anche se le applicazioni sperimentali dovettero essere in parte autofinaziate, dato l'insufficiente apporto pubblico, mentre le teorie astronomiche gli valsero soprattutto riscontro dei "media", attratti da questa singolare figura di gentiluomo di campagna inventore, per i quali i giornalisti coniavano di volta in volta definizioni un po' stravaganti.
Da ultimo, in quanto meno eclatante perchè attinente al campo della sua attività si ricorda che ideò un metodo per coltivare frumento che consentiva di diminuire la quantità di seme alla semina e di aumentare più del doppio la quantità di grano alla raccolta.

In questa breve biografia sono stati considerati gli interessi maggiori di Silvio Corradi che fece altre invenzioni e scoperte. Naturalmente, con il procedere dell'età, la sua attività forzatamente rallentò, fino alla morte, sopravvenuta nel 1970. La mente geniale di Silvio Corradi fu così feconda di idee, teorie e scoperte che quest'aspetto finisce per scavalcare tutti gli altri e mettere in ombra altri lati del suo carattere, come la tenacia, la modestia o l'attaccamento alla famiglia, dalla quale era ricambiato.
Il suo fu un singolare destino, la curiosità del nuovo e dell'ignoto lo condussero su strade inconsuete, l'incontenibile desiderio di comunicare agli altri le sue intuizioni lo portarono a scontrarsi con la diffidenza ed il preconcetto che associa all'inventore l'idea semplicistica di un essere stravagante e un po' folle...
 
Silvio Corradi - genio misconosciuto